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Rosalba Carriera

Ricerca storica a cura dell' artista Gino Di Grazia

Rosalba Carriera (Chioggia, 7 ottobre 1675 - Venezia, 15 aprile 1757) e' stata una pittrice e ritrattista italiana. Rosalba Carriera nacque a Venezia il 7 ottobre1675 nella parrocchia di S. Basilio. Comincio' la sua carriera artistica dipingendo le tabacchiere con quelle figure di damine graziose che divennero poi la sua fortuna trasposte nelle miniature su avorio. Fu la prima che utilizzo l'avorio nelle miniature dandogli quella lucentezza caratteristica delle sue opere. Fu inoltre la prima a non seguire le regole accademiche che volevano la miniatura dover essere realizzata con tratti e punti brevi e ben amalgamati: lei invece vi trasporto' il tratto veloce caratteristico della pittura veneziana. Nacque a Venezia, nel 1675, ed ebbe la fortuna di studiare da giovane anche la musica e la pittura oltre al ricamo, al quale invece si dedicavano molto le sue coetanee del tempo. Rosalba Carriera si discosto' decisamente dallo stereotipo femminile, tuttora imperante nell'immaginario collettivo, della damina settecentesca tutta frivolezze, tanto che ella stessa aveva creato una sorta di circolo a cui appartenevano personaggi illustri nell'ambiente artistico letterario. Ottenne riconoscimenti in tutta Europa, tanto che principi e principesse le commissionavano ritratti, giungendo a ritrarre perfino il re di Francia Luigi XV. Grazie anche a un intermediario, il suo amico Cristiano Cole, fu accettata dall'Accademia nazionale di San Luca a Roma, con l'opera "Fanciulla con colomba"; entro' inoltre a far parte dell'accademia reale durante il suo soggiorno parigino come ospite di Pierre Crozat, amico di Antoine Watteau e noto estimatore di quadri, che divenne anche suo amico. La peculiarita' della Carriera era quella di saper scrutare il volto di chi le stesse di fronte, leggerlo in tutti i suoi particolari, capirlo e riuscire a trasporre con la pittura cio' che lei vedeva, tutto incorniciato da un profondo realismo come in "Ritratto di signora anziana" in cui dipinge in modo evidente il porro della signora, ritratta molto dolcemente. Le opere che piu' destano la curiosita' sono la serie dei suoi autoritratti, alcuni dei quali sono conservati a Venezia al museo del settecento a Ca' Rezzonico, mentre altri fanno parte di altre collezioni, come l'autoritratto del 1740, della collezione reale di Windsor. Questi autoritratti rivelano uno sviluppo psicologico e morale della persona, dalla giovinezza e gioia del primo autoritratto del 1709, conservato agli Uffizi, che rappresenta se' stessa mentre dipinge la sorella, fino a giungere all'ultimo del 1746, quello della "tragedia", dove si rappresenta con un volto molto invecchiato e impassibile, triste e duro (inoltre indossa una corona di alloro) ad indicare lo stato d'animo dell'artista che si ritrasse proprio dopo che volle sottoporsi a un'operazione alla cornea, con esiti negativi e complicazioni ulteriori che aggravarono la sua cecita' fino a farla divenire totale. Abile ed intelligente, introversa ed incline alla malinconia e alla solitudine, volitiva e dotata di grande spirito d'iniziativa, non bella ma ricca di fascino, seducente, pur non facendo ricorso alle armi femminili, com'era consuetudine per le donne settecentesche, Rosalba Carriera, celebrata come la piu' grande ritrattista dell'epoca per la grazia e la versatilita' dei suoi dipinti, fu contesa dalle corti piu' illustri ed ottenne fin da giovane fama internazionale, dividendo la sua esistenza fra Venezia e Parigi, le due capitali del bel vivere settecentesco. Celebre non solo nell'arte del dipingere (esordi' come miniaturista, ma ben presto si dedico' all'arte del ritratto, in cui eccelse), stimata da sovrani e grandi artisti come Watteau, anche eccellente violinista (amica di molti musicisti, come Antonio Vivaldi, Jean Philippe Rameau, molto legata all'eclettico e colto Alessandro Marcello, noto compositore veneziano e uomo di ampia cultura, filosofo, matematico, pittore e poeta, adepto dell'Arcadia con il nome di Eterio Stinfalico, e a suo fratello Benedetto, che nel 1721 fece scalpore con il suo libello 'Il teatro alla moda', contro gli eccessi moderni dell'opera) e cantante, fu la prima donna cui la societa' colta dell'epoca apri' le porte di corti reali e palazzi nobiliari e consenti' di competere alla pari con gli altri pittori. Rosalba Carriera nacque a Venezia il 7 ottobre del 1675 da Alba Foresti e da Andrea. Narra un biografo anonimo del 1755: Era il padre cittadino di condizione, ma di scarse fortune, e molto inclinato a disegnare, benche' legista di professione. Imitando adunque il padre suo, non ancora giunta all'anno quattordicesimo di sua eta', incomincio' a pigliare da se' solo la penna, e senza direzione ne' assistenza di alcuno si mise a disegnare. Rosalba non trovo' ostacoli alla propria vocazione, ma fu, anzi, incoraggiata dall'amatissimo padre (nutri' grande amore non solo per il padre, morto nel 1719, che l'avvio' alla pittura, sotto la guida dei migliori artisti del tempo, come il Lazzari e il Diamantini, e gli affermati Balestra e Steve, che l'iniziarono all'arte della miniatura, ma per tutta la famiglia, per le sorelle Giovanna, pure pittrice, mancata nel 1737, e Angela, sposata col pittore Giovanni Antonio Pellegrini). Ben presto la sua fama comincio' a diffondersi, e Rosalba, finissima ritrattista, dotata di tecnica sciolta e tocco delicato, virtuosa del pastello (tecnica a lungo abbandonata e ritornata in auge proprio ai suoi tempi, ben adatta alla grazia leziosa del nuovo clima culturale, al quale approdo' come folgorata e che fini' per rendere disciplina esclusiva), delicata ed elegante nelle miniature (con le quali continuo' a farsi strada, imponendosi prepotentemente sulla scena artistico- mondana italiana ed internazionale, contesa da nobili e borghesi, richiesta sia dai galanti e spensierati signori veneziani che dagli stranieri, che divennero i suoi migliori clienti, unendo ai successi culturali ed artistici(celebrata, come ci testimonia una lettera, nel 1703, da Giuseppe Maria Crespi, come una sorta di sposa ideale di Guido Reni, e lodata, quando due anni dopo invio' una Fanciulla con colomba come saggio all'Accademia di San Luca a Roma, dall'inglese Christian Cole, che cosi' scrisse: 'bianco su bianco: meglio, luce su luce') anche quelli mondani poiche', raffinata conversatrice e, come scrisse uno dei suoi biografi: 'Donna, e delle piu' seducenti, sotto molti aspetti... Ritratti e miniature le furono richiesti dal duca di Mecklemburgo, da Federico IV di Danimarca, dal principe Augusto di Sassonia, dai duchi di Modena, dalla corte di Vienna, dove esegui' tra l'altro il ritratto del Metastasio. Molto ricercata fu alla corte di Dresda, da dove si allontano', poi, nel 1720, in compagnia delle sorelle e del cognato pittore, per trasferirsi a Parigi, dove soggiorno' diversi mesi, ospitata, cosi' come raccontato nel suo diario, dal collezionista parigino Crozat, in un edificio con un grande giardino (del parco divenne, poi, proprietario il marito della Pompadour, Le Normant d'Etioles) e dove rimase fino al 1721, ritraendo Crozat, i nobili piu' autorevoli del tempo e persino il re Luigi XV che, allora in eta' giovanissima, regnava sotto la reggenza di Filippo d'Orleans e del cardinale Guillaume Dubois. La sua fama era all'apice e scriveva di lei il Sensier: 'Si puo' dire che tutti i signori del tempo si misero ai suoi piedi. I suoi pastelli facevano furore...Luigi XV, allora bambino, fu uno dei primi a posare per lei.' Ma Rosalba non si fece abbagliare dal successo e dalla vacuita' dell'ambiente e, incline all'introversione, alla malinconia e all'isolamento, e bisognosa degli affetti familiari, ritorno' a Venezia, dalla quale si mosse nuovamente solo per un breve viaggio a Modena ed un soggiorno a Vienna. Continuo' a lavorare intensamente, affidandosi sempre meno all'intuizione e al gusto per la rappresentazione dei volti, approfondendo l'indagine psicologica delle fattezze ritratte, ed aprendosi anche a temi allegorici e mitologici. Tra i piu' importanti ritratti di uomini si ricordano quello del Conte Nils Bielke ( Stoccolma) e quello di un Gentiluomo (Londra); tra quelli femminili: Barbarina Campani (Dresda) e di Caterina Barbarigo (Dresda). Gli ultimi anni della sua vita furono segnati dalla morte dell'amata sorella e collaboratrice Giovanna e da una grave malattia agli occhi che la porto', dopo un iniziale miglioramento, alla cecita' irreversibile. Mori' a Venezia il 15 aprile del 1757; celebrata gia' in vita come una delle massime figure artistiche del tempo, dopo la sua morte, e per tutto il resto del secolo, continuarono ad esserle tributati grandi onori. Interprete raffinata e squisita degli ideali di grazia della mondana societa' settecentesca artista che, come scrisse Roberto Longhi, 'seppe esprimere con forza impareggiabile la svaporata delicatezza dell'epoca, protagonista della stagione rococo' veneziana, Rosalba Carriera fu autrice di una copiosa produzione artistica, a pastello e ad olio, opere spesso disperse, testimonianza della sua prolificita', soggetti mitologici, scene allegoriche e temi religiosi, galleria di volti del suo tempo, uomini di potere, aristocratici, esponenti della galante vita settecentesca, soggetti di genere, in cui raffiguro' la vita quotidiana delle donne, ritratti femminili dai rosei incarnati ,'raccontati' con passo leggero, misura, distacco, garbo, eleganza e leggerezza, anche con una soffusa vena malinconica, senza enfasi, in disincanto, senza mai veramente credere in un ideale di bellezza cosi' precario e malcerto. Nonostante sia considerata un'esponente tipica di quel gusto rococo' dall'eleganza sofisticata e fragile (non a caso suo emblema si puo' considerare la porcellana, preziosa ma effimera), Rosalba Carriera non cadde mai nella leziosita' gratuita; eclettica e duttile, baso' la sua pittura su una consistente ed equilibrata base disegnativa, e su una consistenza delle paste colorate, si' da offrire corpo e qualita' non effimera alle figure. Pur non essendo la prima ad usare in modo espressivo la tecnica del pastello, prediletto anche da grandi maestri come La Tour, Largilliere, Nattier, Mengs,dal ginevrino Liotard, per la capacita' di offrire speciali effetti di splendore, fragilita' e trasparenza (come riconosciuto anche dall' Encyclopedie del tempo) fu lei ad offrirne le infinite possibilita' creative, specializzandosi ben presto nell' utilizzo di una sua tecnica non leziosa, soffice e luminosa, intrisa di luce, stendendo rapidi tocchi di bianco sopra gli altri colori per ottenere effetti di luce a forte carattere atmosferico, memore della lezione tizianesca (gli 'sfregazzi') ed anticipatrice di un modo tipico degli Impressionisti, in un uso del bianco assai simile a quello della biaccatura, in cui eccellente interprete fu Watteau, alla cui arte indubbiamente la pittrice fece riferimento. Fra il 1744 e il 1746, concepita per Augusto III, Rosalba Carriera esegui' la serie delle Allegorie degli Elementi (Aria, Acqua, Terra, Fuoco), considerata uno dei capolavori della maturita' per la grazia e per la padronanza tecnica. Di particolare interesse l'Allegoria dell'Aria, per il cui volto allegorico la pittrice scelse non una bella dama del tempo, ma una popolana dalle fattezze ben caratterizzate. Eppure l'incarnato bianchissimo del volto, lo sguardo che segue il leggiadro uccellino in volo, quasi refolo di vento materializzato, la lieve smorfia delle labbra che s'incrociano col gesto della mano sinistra, il morbido panneggio delle vesti, avvolge di leggerezza e trasparenza la scena, contribuendo a rendere la rappresentazione palpitante di grazia e d amabile sensualita'. Caterina Barbarigo apparteneva ad una delle pi? celebri famiglie veneziane ed era famosa per la sua bellezza. Rosalba Carriera la ritrasse in lieve inclinazione del capo, sorriso appena accennato, in palese consapevolezza dell'elevata status sociale di appartenenza e dell'indiscussa avvenenza. La luminosita' delle perle, in contrasto coi toni scuri del copricapo e delle vesti, contro il pallore dell'incarnato, contribuiscono ad accrescerne ed esaltarne il fascino. Augusto III, elettore di Sassonia e re di Polonia dal 1733, figlio di Augusto II,che nel 1722 in una grande pinacoteca a Dresda aveva gia' raccolto circa duemila opere, fu uno dei piu' fedeli e appassionati committenti di Rosalba Carriera, amante in genere dell'arte italiana. Continuatore del tradizionale mecenatismo della sua famiglia, incremento' ulteriormente le collezioni di Dresda, acquistando molte opere della pittrice veneziana, tanto che nel 1765 il catalogo della sua galleria annoverava ben 103 dipinti. Coadiuvato dal primo ministro, il Conte Bruhl, invio' in giro una rete di diplomatici ed esperti d'arte per commissionare nuovi lavori a molti artisti, tra i quali, appunto,Rosalba Carriera. Il bellissimo ritratto di Barbara Campanini e' oggi nella Galleria di Dresda e la giovane donna appare, nella vaporosita' del pastello, in tutto il suo splendore: leggermente posta di tre quarti, con aggraziata movenza, sorregge un lembo dell ' abito, quasi per far intuire l 'accenno a un primo passo di danza. Rosalba Carriera doveva aver trovato il personaggio congeniale e di particolare considerazione, perche', com'era solita fare per certuni, aveva replicato il ritratto. E, infatti, apparso un secondo pastello , anch'esso di altissima qualita', nella mostra del Palazzo per le Belle Arti di Milano, di proprietˆ della Walpole Gallery. Nel relativo catalogo il ritratto viene etichettato Barberina Campani, errore abbastanza diffuso. La ballerina ? ritratta con la stessa elegante compostezza come appare in quello di Dresda. Posta leggermente di tre quarti, nell'atto di una movenza trattenuta, mentre sorregge il lembo dell'abito, che e' simile all' altro, con fiocchi, fiori e pettorina di pizzo. Completa, anche qui, l'abbigliamento un filo di grosse perle a giro collo con i pendenti alle orecchie, inoltre un mazzetto di fiori, oltre che alla vita, e' di ornamento ai capelli assieme a un serto di perle. Il tutto reso con una sinfonia di azzurri, nella modulazione delle tonalita', accompagnata a un tocco di rosa e di bianco dei fiori. L'incanto dei decolletee appare delicato ed emana un soffio luminoso al bellissimo volto animato da un sorriso non dischiuso e dagli occhi penetranti. Sono appunto gli occhi che particolarmente attraggono per le differenze, seppure minime, che si notano nel confronto fra i due ritratti. Il pastello della Galleria di Dresda e' del tutto simile all'altro, ma il taglio degli occhi e' invece allungato leggermente a mandorla e lo sguardo e' tendenzialmente obliquo. Mentre tondi sono gli occhi della seconda Barberina con lo sguardo reso piu' diretto, cosi' come la struttura delle dita, che reggono il lembo dell'abito, sono lisce e grassocce, mentre nell'edizione di Dresda appaiono piu' affilate e definite nel disegno di contorno. Altro differente dettaglio e' il mazzetto di fiori alla vita, reso con tocchi sicuri quello di Dresda; trattato piu' rapidamente, senza la scansione decisa dei petali e' quello dell' edizione apparsa a Milano. L' esistenza di una duplice redazione non deve destare meraviglia. E noto che Rosalba si affidasse alle sue allieve migliori, tra le quali la sorella "Nenetta" , oltre a Marianna Carlevarijs e Felicita Sartori, per le repliche sulle quali poi interveniva di persona per il tocco finale. Nel 1739 Federico Cristiano, figlio di Augusto III di Polonia, in occasione di una sua visita a Venezia, sembra chiedesse a Rosalba di poter acquistare tutti i ritratti (circa 40 pastelli) che ornavano lo studio della pittrice, probabilmente erano tutte repliche di opere gia' licenziate dall'artista che avevano destato l'ammirazione del principe. Quindi e' evidente che il "secondo ritratto" era quasi consuetudine con la diretta collaborazione delle allieve di una "bottega" in piena efficienza come doveva essere quella di Rosalba negli anni Trenta-Quaranta. L' ideazione originale della composizione, tuttavia, restava pur sempre del capobottega. Qualche piccolo dettaglio poteva differenziarsi, ma non e' determinante per la resa finale. Quindi non e' facile riuscire a individuare l'eventuale collaboratrice della replica del ritratto di Barberina: lo stile e' quanto mai affine a quello di Rosalba e l' interventodi quest' ultima nell' effetto finale rende le due opere identiche. Il pastello raffigurante la Campanini era stato eseguito nel 1744, poiche' in quell'anno la ballerina era a Venezia, ma in quell'anno Giovanna o "Nenetta" Carriera, la piu valente delle collaboratrici, era gia' morta (1737), e Felicita Sartori nel 1741 era andata sposa a Dresda al consigliere di Augusto III, il diplomatico Hoffman: restava Marianna o Marietta Carlevarijs e qualche altra allieva non chiaramente individuabile. Quindi e' difficile avanzare anche qualche supposizione sull'eventuale aiuto. I due pastelli, entrambi bellissimi, con delicate vibrazioni nel colore degli incarnati, in contrasto con le tonalita' piu' accese del blu delle vesti, sono stilisticamente vicini , per l' intensita' cromatica, ai Quattro elementi (soprattutto il Fuoco) che Rosalba aveva eseguito tra il 1744 e il 1746 per Augusto III di Polonia e oggi nella GemŠldegalerie di Dresda. Barberina Campanini a Venezia, malgrado i continui successi, l'attenzione che le aveva riservato Rosalba Carriera e l' idillio con sir James, aveva la grave preoccupazione di riuscire a sciogliere un contratto teatrale, stipulato ancora l'anno precedente a Parigi. L' impegno era importante, la scrittura era indirettamente con Federico II re di Prussia, tramite il barone Chambrier, suo ministro plenipotenziario. Gli accordi stipulati erano ben precisi, poiche' si trattava della serata per il lancio internazionale del nuovo teatro di Berlino, fatto costruire dal re soprattutto in concorrenza con quello di Vienna e per indispettire Maria Teresa d'Austria. La Campanini voleva scindere il contratto ad ogni costo 'causa gravi ragioni familiari', in realta', sir James non aveva alcuna intenzione di seguirla ancora e, su consiglio di mamma Marianna, non era il caso di allontanarsi senza di lui. Malgrado i dinieghi e le umanissime scuse di Barberina, Federico II 'tuonava' da Berlino, poiche' non intendeva rinunciare, per la stagione del suo teatro, alla ballerina piu' famosa d'Europa e ingiungeva al conte Cattaneo, suo ambasciatore presso la Serenissima, di portargli l'artista a Berlino in qualsiasi modo. Barberina subiva di conseguenza la soluzione piu'drastica: veniva rapita (beninteso assieme alla madre), con il tacito consenso della Repubblica di Venezia che non voleva 'irritare' Federico II . Pertanto nell'opinione pubblica diveniva subito 'la graziosa Barberina sfortunata', come scrive l'ignoto artista (o probabilmente il Fossati), che aveva eseguito i due disegni acquerellati, entrambi, forse, sulla memoria, nell'aprile del 1744, cioe' dopo l'avvenuto rapimento, che tanto scalpore aveva fatto, soprattutto nell'ambiente teatrale veneziano. Giunta fortunosamente a Berlino (mentre allo Stuart, che intendeva raggiungerla a ogni costo, veniva interdetta l'entrata in Prussia), e condotta alla presenza del re, la 'furente' Barberina si ammansiva e subiva, suo malgrado, il fascino intellettuale di Federico II, appassionato ed esperto musicologo e, convinta dall' eloquenza del monarca, ballo' divinamente sul palcoscenico del nuovo teatro di Berlino e anche qui ottenne i favori del pubblico. Cosa piu' incredibile, scaduto il contratto, la Campanini rimaneva in Prussia con scritture vantaggiosissime con il teatro reale, dimentica, anche se con una punta di nostalgia, di sir James Stuart (rientrato nel frattempo in Inghilterra), e in seguito la sua vita a Berlino fu costellata non solo di successi teatrali, ma anche da vicende inusuali, romanzesche, quasi impensabili. Andrea Carriera e Alba Foresti ( merlettaia ) si trasferirono da Chioggia a Venezia, perche' Andrea aveva trovato lavoro presso il podesta'. Dal loro matrimonio nacquero tre figlie : Rosalba, Angela e Giovanna che manifestarono da giovani la passione per la pittura. Rosalba, dopo essere stata iniziata nella pittura da Giannatonio Vucovichio Lazzari (pittura sacra, ritratti pastellati), dovette seguire il padre nelle sue molteplici destinazioni presso le cancellerie in terraferma. Nonostante l' assenza del suo maestro, progredi' nellĠarte del dipingere facendo rapidi progressi, ma non trascuro' lo studio sulle lingue, lettere e musica. Ritornata con il padre a Venezia in modo stabile Rosalba pote' perfezionarsi nei suoi studi prediletti, specialmente nella miniatura, nella quale riusci' in modo eccelso. Rosalba e la sorella Giovanna non si sposarono e insieme dipinsero e condivisero la vita. Originariamente inizio' a dipingere su scatoline del tabacco da fiuto: troviamo delle annotazioni che ne attestano la veridicita' tra le sue lettere ricevute e tra quelle inviate, di cui lei ne faceva sempre una copia. Quindi siamo certi che nel 1700 Rosalba dipingeva su scatoline d'avorio per i turisti. Ben presto si fece conoscere tra i veneziani e inizio' a ritrarre personaggi eminenti anche stranieri. Rosalba fece rinascere la pittura a pastello decaduta da molto tempo e ormai dimenticata. A Venezia fece il ritratto di Federico III di Danimarca, di Federico Augusto III, del duca Carlo di Baviera, del principe di Mecklemburgo e altri illustri personaggi, che non sdegnavano di recarsi presso il suo modesto studio per ammirare i suoi capolavori. Nel 1720, un anno dopo la morte del padre, si reco' a Parigi con la madre, le sorelle e il cognato Antonio Pellegrini ( pittore ). A Parigi fece i ritratti a tutta la famiglia reale e a diversi personaggi di grande fama. Nel suo diario, in data giovedi' 1 Agosto 1720, si legge 'Ebbi ordine da parte del Re di fare in piccolo il ritratto della Duchessa Vantadour: ed in questo giorno ne cominciai uno piccolo dello stesso Re'. Rosalba inizio' a fare la doppia riproduzione dei suoi quadri: il Re fu il primo, poi seguirono il figlio di Law e Filippo II d' Orleans. Questa grande artista ebbe l'insigne onore d'essere eletta membro dell'Accademia reale di pittura ( oggi delle Belle arti, una delle cinque di Francia) dove fu accolta con la maggior cortesia. Nel suo diario lei scrive '' 26 ottobre- Mi fu data la lettera dell'Accademia, e la nuova di essere stata ricevuta a piene voci senza essere stata ballottata''. .Ed ancora ''9 novembre - Andata la prima volta all'Accademia dove M.r Coypel ( primo pittore del Re) fece un breve ringraziamento agli Accademici, li quali mi accolsero colla maggior cortesia''. Dopo qualche tempo torno' in Italia, rimanendo 4 mesi presso la corte del ducato di Modena, dove fece a tutta la famiglia il ritratto a pastello. Fu nominata accademica di merito dalla Accademia di S. Luca di Roma, Bologna e Firenze. Nel 1735 si trasferi' a Vienna dove esegui' il ritratto agli Asburgo. Ritorno' in patria, ma negli ultimi 10 anni della sua vita venne colpita da una malattia agli occhi che la porto' alla cecita' e a perdere l'uso della ragione non potendo piu' dipingere. Ebbe come allieve : Marietta Carlevari ( Carlevaris Marianna), Felicita Hofman, nata Sartori e la sorella Angioletta Sartori. Con i suoi duplicati aveva formato una piccola galleria ( aggiungendovi molti medaglioni di figure storiate, di sua mano), che Augusto III re di Polonia volle acquistare a qualunque prezzo, per la ricchissima pinacoteca del regio palazzo di Dresda, che non ha eguali in tutto il mondo. Presso L'accademia delle belle atri di Venezia ci sono due dei suoi dipinti per dono generoso di Girolamo Ascanio Molin . Molti scrissero di questa famosa pittrice e il Ferri nella sua '' Biblioteca femminile '', registra oltre al suo Diario, anche le lettere al signor Mariette (Raccolta di lettere sulla pittura scultura architettura.1822). Nel 1838, il critico d'arte, Tommaso Locatelli, lesse un ''Elogio''nei riguardi di Rosalba, all'Accademia delle Belle Arti di Venezia: ''Questa maniera di dipingere, fra gli altri suoi pregi, ha singolarmente quella della morbidezza nella carnagione in modo che i nudi cosi' dipinti riescono appunto a chi li vede come se fossero carne vera, e vive forme impastate dalla mano stessa della natura. Lavoro in vero difficilissimo, ma condotto dalle maestre dita della valente Rosalba al sommo grado di perfezione.'' All'Accademia nel 1879 si catalogavano 2 suoi quadri, 1 nella Sacrestia della chiesa di Gervasio e Protasio. Nei suoi ritratti femminili le pose sono delicate e i drappeggi degli abiti le perle e i merletti, vengono sempre messi in risalto da una luce viva e particolre. Si nota una grande sensibilita' nel riprodurre i tessuti e le trine, forse una sensibilita' nata nell' osservare la madre mentre realizzava quei capolavori di filo! Per non dimenticare che inizio' la sua carriera artistica proprio con i disegni per i merletti.



Vorrei sottoporre alla vostra attenzione la pubblicazione del romanzo storico su Rosalba Carriera, dal titolo:

Il segreto nello sguardo

Il romanzo storico di Valentina Casarotto su Rosalba Carriera e' uscito in aprile 2012. Richiedetelo nelle librerie e, direttamente, nel sito dell'editore.
Sui contenuti storici artistici e sul taglio prettamente femminile del libro non mi dilungo in questa segnalazione, ma vi invito a visitare il sito dedicato:
http://www.ilsegretonellosguardo.it

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