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Kaethe Kollwitz


Ricerca storica a cura dell' artista Gino Di Grazia


Kaethe Schmidt Kollwitz (Koenigsberg, 8 luglio 1867 - Moritzburg, 22 aprile 1945) e'stata una scultrice e pittrice tedesca. Oltre che nella scultura e nella pittura, fu impegnata nelle arti della xilografia, litografia e stampa. Kaethe Kollwitz nacque nel 1867, con il cognome Schmidt, nell'allora citta' prussiana di Koenigsberg , nella quale visse fino al 1885. I primi insegnamenti artistici li apprese, a partire dal 1881 da Rudolf Mauer, incisore di Rame, e dal pittore Gustav Naujok. I suoi primi disegni, all'eta' di 16 anni, riguardavano operai, marinai e contadini che vedeva nell'ufficio di suo padre. Decisa ad intraprendere studi d'arte, si trasferi' a Berlino, dove vi era una scuola d'arte femminile, studio' con Karl Stauffer-Bern, amico dell'artista Max Klinger. Le acqueforti, la tecnica e la tematica sociale di quest'ultimo furono per lei fonte d'ispirazione. A 17 anni si fidanzo' con Karl Kollwitz, studente in medicina e, nel 1888, passo' a studiare alla scuola d'arte femminile di Monaco. Sposatasi nel 1891, ando' a risiedere a Berlino, nella casa in cui visse fino ai bombardamenti del 1943. Nel 1892 nacque il primo figlio, Hans, e nel 1896 Peter. In questo periodo, dopo aver visto l'opera di Gerhart Hauptmann, "I tessitori" (riguardante l'oppressione dei tessitori della Slesia: nel 1842 vi fu un tentativo fallito di rivolta), fu da quest'opera ispirata e produsse un ciclo di 3 litografie (Poverta', Morte, Cospirazione) e 3 dipinti (Marcia dei tessitori, Rivolta, La fine) esposti pubblicamente nel 1898 e divenuti la serie di lavori fra le pi¯ apprezzate. Inizio Novecento e Prima guerra mondiale. Il secondo maggior ciclo di lavori (litografie) che impegno' l'artista, fu fra il 1902 ed il 1908, fu Guerra dei contadini, riferita all'evento storico omonimo avvenuto nel sud della Germania nei primi anni della riforma protestante, a partire dal 1525. Durante questo periodo di lavoro, visito' l'Academie Julian di Parigi, dove imparo' a scolpire e, una delle litografie del ciclo, dal titolo "Scoppio", vinse il premio "Villa Romana". La vincita di questo premio le garanti' per un anno, il 1907, la permanenza in uno studio di Firenze. Con lo scoppio della prima guerra mondiale il figlio Peter, nell'ottobre 1914, mori' durante una battaglia, causandole un lungo periodo depressivo. Successivamente progetto' per lui ed i suoi compagni morti un memoriale scultoreo (I parenti addolorati) di cui distrusse una prima bozza nel 1919 per poi ricominciare nel 1925. Il memoriale, terminato nel 1932, venne posto nel cimitero di Roggevelde (Belgio) e successivamente spostato nella vicina Vladslo (al locale cimitero di guerra tedesco), con lo spostamento della tomba del fratello. Nel 1917, al suo cinquantesimo compleanno, la galleria di Paul Cassirer provvide ad esporre 150 suoi dipinti. Una delle maggiori espressioni delle sue idee politiche socialiste fu il "Memoriale a Karl Liebknecht" nonche' il suo confluimento nell'"Arbeitsrat fuer Kunst", parte del primo governo dell'SPD, pochi anni dopo la fine del primo conflitto mondiale. La Kollwitz fece inoltre parte del movimento artistico "Secessione di Berlino". Poco tempo dopo aver assistito ad una mostra di xilografie di Ernst Barlach completo' il memoriale per Liebknecht e produsse circa 30 xilografie nel 1926. Con l'ascesa politica del NSDAP, che nello stesso 1933 ne chiese le dimissioni forzate dall'Accademia dell'Arte (Akademie der Kuenste), la Kollwitz venne subito osteggiata per via delle sue idee ed etiche politiche. Grazie alla sua fama internazionale di artista, riusci' a sfuggire alla deportazione in un campo di concentramento, restando a Berlino fino a quando fu sfollata dai bombardamenti del 1943. Successivamente a questi, la Kollwitz riparo' prima a Nordhausen (in Turingia) e poi a Moritzburg, nei pressi di Dresda, dove mori' 2 settimane prima della resa tedesca (9 maggio 1945) nella seconda guerra mondiale. Le immagini della sofferenza umana che la guerra ci ha riproposto in questi giorni rendono purtroppo ancora una volta terribilmente attuali le opere di questa grande artista tedesca che -avendo subito il dramma della perdita di un figlio in guerra - ¸ stata capace di trasformare il suo dolore in voce universale e la sua arte in grido di denuncia contro i crimini dell'uomo sull'uomo. La sua sensibilita' ai problemi sociali emerge presto, probabilmente alimentata da un ambiente familiare che enfatizzava particolarmente il comportamento etico e morale (sia il nonno che il padre erano leaders spirituali di comunita' religiose), cosi' come presto si rivela il talento artistico di cui e'dotata. Supportata dalla famiglia, studia alla scuola d'arte femminile di Berlino (essendo l'accademia riservata ai soli maschi) e il suo primo interesse ¸ nel ritrarre i lavoratori: "Il vero motivo per cui scelsi di rappresentare quasi esclusivamente la vita dei lavoratori fu che i motivi scelti in questo ambiente offrivano, in modo semplice e assoluto, quello che sentivo come bello." "Solo piu'tardi, quando conobbi, soprattutto grazie a mio marito, il peso e la tragicita' dell'infimo livello di vita dei proletari, quando conobbi donne che venivano da mio marito in cerca d'aiuto, e, occasionalmente, anche da me, mi tocco' con grande incisivita' il destino del proletariato". Numerose sono infatti le immagini di donne lavoratrici al centro della serie "La rivolta dei tessitori", iniziata circa nel 1890, e della successiva "Guerra contadina", che le porteranno successo e riconoscimento grazie alla grande abilita' tecnica ma soprattutto alla forza comunicativa dei suoi messaggi. Kollwitz ¸ originale e coerente anche nel suo rapporto commerciale con l'arte: dello stesso soggetto crea piu'stampe possibili e si rifiuta di numerarle per mantenere per tutte lo stesso prezzo. Anche l'uso della grafica in bianco e nero e'motivato dal desiderio di rendere i suoi lavori accessibili ad un pubblico vasto. Verso l'inizio della I guerra mondiale il suo lavoro comincia tuttavia ad offendere le autorita' tedesca ed inizia per la Kollwitz un periodo di stanchezza e di ripensamento artistico- annotato nei suoi diari - che la portano alla ricerca di nuove modalita' espressive. La perdita al fronte del figlio Peter nel 1914 pone fine a questa incertezza e la spinge a fare della sua arte una missione di denuncia della distruttivita' della guerra."Io voglio che la mia arte serva a uno scopo. Voglio agire sul mio tempo". I poster che crea per denunciare i grandi problemi sociali diventano strumenti di forte efficacia politica. Il suo lavoro si concentra ancor di piu'sulla figura femminile e sul tema della maternita', producendo opere di grande intensita' emotiva in cui la madre appare in tutta la sua solitudine nell'affrontare l'accudimento fisico e morale dei figli, simbolo di una condizione umana di disperazione e solitudine. In realta'e'lei stessa che appare in ogni opera, con tutta la sua sofferenza interiore e la sua forza creativa, e diventa la voce di tutte le madri che hanno vissuto lo stesso dramma: "Volevo fare una donna che vede la sofferenza del mondo. Guarda. Niente parole". Nell'opera indica per la prima volta la possibilita' che le donne si uniscano nella lotta contro la guerra per la difesa dei loro figli. Le sue madri cominciano a trasformarsi da vittime in eroine, preoccupate non solo di proteggere i loro figli ma tutta l'umanita' attraverso una comune azione sociale. Nel 1933 Kollwitz viene espulsa dall'Accademia prussiana delle arti e le e'impedito l'insegnamento poiche'i nazisti considerano il suo lavoro "degenerato". Inizia per l'artista un periodo di depressione che si concludera' solo con la morte nel 1945 e che la vedra' subire la morte del marito, la perdita in guerra del nipote e gli orrori di un'altra guerra mondiale: "la guerra mi accompagna sino alla fine". Alla depressione contribuisce anche il peso che Kollwitz attribuisce all'avanzare dell'eta' che vive come sottrazione di tempo. Tuttavia scrive:"L'eta' in cui si invecchia, in verita', e'piu'difficile della vecchiaia stessa, ma piu'produttiva. Proprio perch¸ gia' visibile dietro ogni cosa, la morte inquieta di piu'la fantasia". Infatti, anche in questo periodo, con il suo lavoro sara' capace di creare, attraverso la scultura e le litografie, opere di grande impatto emotivo come Torre delle madri, 1937-38: convinta che "... un giorno nascera' un nuovo ideale e sara' la fine di tutte le guerre. Muoio convinta di questo." La morte, che da sempre irrompe con violenza nei suoi lavori, in quest'ultimo periodo diventa protagonista fissa delle sue opere. Alice Miller, nel suo libro "La chiave accantonata", analizza l'infanzia della Kollwitz e il suo rapporto con la madre riconducendo l' ossessione della morte all'educazione repressiva ricevuta da bambina: "I suoi quadri esprimono la disperazione e la rassegnazione di un essere umano cui non ¸ mai stato consentito di articolare i propri sentimenti, forti quanto scomodi per l'ambiente circostante". Ma Kollwitz non si pone solo come figura di grande creativa politica: i suoi diari sono una testimonianza della ricchezza e della complessita' del suo pensiero e i suoi numerosi autoritratti indicano quanto intenso sia stato il lavorodi ricerca su se' stessa. I suoi autoritratti sembra siano circa un centinaio e sarebbe bellissimo vederli riuniti per poterli leggere come un diario, cosi' come e'stato interessante leggere i suoi diari (ormai quasi introvabili in italiano) e gli altri suoi scritti, disponibili solo in inglese. I suoi scritti sono un'importante testimonianza del continuo sforzo di riconciliazione dell'artista con i cambiamenti che il tempo porta nella sua vita privata e pubblica e di riflessione sulle relazioni familiari e sui ritmi e gli scopi del suo lavoro, che sicuramente meriterebbero una piu'ampia analisi, anche per capire meglio la formazione di una personalita' tanto forte e determinata a conseguire gli scopi che si e'data. Determinazione che Kollwitz manifesta sin dall'infanzia e che la distingue dalla sorella Lise, a cui Kathe ¸ molto legata e che ¸ altrettanto artisticamente dotata ma non altrettanto determinata (col matrimonio abbandonera' l'arte) : "Ora, quando mi chiedo perch¸ Lise, con tutto il suo talento non e'diventata una vera artista, la ragione mi e'chiara. Io ero fortemente ambiziosa e Lise non lo era...E cosi' il suo talento non si e'sviluppato. Se il talento potesse essere misurato, Lise ne avrebbe quanto me, ma lei non non vi si e'mai concentrata" Non tutti gli artisti che erano considerati "degenerati" dai nazisti furono inclusi nella mostra Entartete Kunst. Uno di questi artisti era Kaethe Kollwitz i cui quadri, disegni e sculture erano ispirate alle condizioni sociali del popolo tedesco. Era talmente amata dai tedeschi da avere strade e parchi a lei dedicati. Kaethe Kollwitz divenne la prima donna eletta fra i membri della Accademia Prussiana delle Arti di Berlino. A causa delle sue opere, che diventavano col tempo sempre piu'critiche verso il regime nazista, Kaethe Kollwitz venne dichiarata "persona non grata". Venne espulsa dall'Accademia nel 1933. La Kollwitz credeva fermamente che l'Arte debba riflettere le particolari condizioni sociali del tempo in cui uno vive. I nazisti proibirono l'esibizione pubblica dei suoi lavori e tolsero la sua scultura dal Palazzo del Principe della Corona dichiarando: "...nel Terzo Reich le madri non hanno nessun bisogno di difendere i loro bambini. Lo fa lo Stato!". Una versione ingrandita della scultura di Kethe Kollwitz "Madre con Figlio Morto" e' stata eseguita da Harald Haake ed e'attualmente collocata al centro della Neue Wache a Berlino.

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